Una Italia unicamente rinnovabile è possibile?

Photo: Karsten Wurth

Oggi l’Italia produce circa l’89,3% dell’elettricità che consuma, il resto la importa.

Chi consuma elettricità in Italia? (Dati Terna 2020)

●    44,1% industria (125,4 TWh);

●    30,2% servizi (85,8 TWh);

●    23,3% domestico (66,2 TWh);

●    2,2% agricoltura (6,3 TWh).

Chi produce elettricità in Italia? (Dati Terna 2020)

  • Termoelettrica (gas e carbone) 66,7%
  • Idroelettrica 17,6%
  • Fotovoltaica 8,9%
  • Eolica 6,7%.

Secondo Our World in Data e secondo l’International Energy Agency (IEA) leenergie rinnovabili sono oggi la fonte di generazione elettrica più economica in assoluto.

Benissimo! Allora in Italia fra 2011 e il 2014 eravamo leader mondiali di capacità rinnovabile installata! Però, come nelle migliori favole nostrane, negli anni successivi, mentre il prezzo delle rinnovabili continuava a calare noi abbiamo smesso di installarle. Se oggi siamo al freddo e ci impoveriamo più dei nostri cugini europei forse dovremmo prendercela con i governi che negli ultimi 10 anni hanno prediletto il gas russo. Stabile e a buon mercato. Peccato che Putin sia diventato un animale politico che nessuno riesce a prevedere. 

Fatto sta che governare un paese come l’Italia sponendola a un rischio come quello di restare senza energia è stato un errore del tutto imperdonabile, mentre gli imperdonabili sono ancora al governo e nei maggiori vertici industriale dello stesso.

Nonostante la mala fede di politici e la scarsa capacità di comprensione di chi li vota noi dobbiamo rispondere a una domanda del tutto tecnica: davvero converrebbe fare 100% rinnovabile come parte del mondo ecologista afferma?

Ne ho parlato nell’ultima puntata di Che clima fa con Andrea Alberoni, giovanissimo laureato con una tesi ingegneristica proprio su questo argomento e con Federica Carnicelli, responsabile degli scenari di mercato di lungo termine presso Edison.

Per farvela breve e parafrasando ciò che i due esperti mi hanno raccontato la risposta è: per la maggior parte sì, ma forse non al 100%.

L’#idroelettrico già è abbastanza sviluppato in Italia e non potrebbe crescere più di tanto nel nostro paese a meno che accettassimo di costruire mega-dighe con un danno alla biodiversità da pancreatite acuta. Il #geotermico è bellissimo, ma anche abbastanza tecnico e costoso. Ci restano #solare ed #eolico, i cui costi sono scesi a livelli da mercatone uno. C’è un problema, la cosiddetta aleatorietà o intermittenza. Per sopperire a questo limite dobbiamo:

  • Adeguare la rete elettrica in moda trasportare l’elettricità prodotta maggiormente da sud a nord dove è maggiormente consumata.
  • Diventare efficienti nei consumi: magari a casa però l’industria ha comunque bisogno di energia.
  • Ordinare pacchi e pacchi di batterie dalla Cina, inutile raccontarvi i problemi economici e ambientali che questo comporta.

Le cose che ho elencato sopra vanno fatte e a tamburo battente, nonostante il nostro ministro della in-sicurezza economica sia tutto impegnato a trivellare il nostro gas DOCG. Ma sarebbe sconsigliabile farle al 100%. Sarebbe utile invece, e in vista dei decenni futuri, investire in cattura e stoccaggio di CO2 da associare a una quota minima di termoelettrico che avrebbe il solo compito di salvaguardare la rete elettrica; e poi investire una quota altrettanto piccola in nucleare. Come dice saggiamente Gianluca Ruggeri, Ricercatore dell’Insubria, fra i fondatori di è nostra, e autore di alcuni testi su energia, si tratta di una decisione unicamente politica.

Non è detto che a noi convenga farlo in Italia, forse conviene parlarne in Europa?

Link alla puntatona: https://open.spotify.com/episode/2xlJAdsf8AJrOoErY4d9Ke

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